gente che passeggia

Just another WordPress.com weblog

se una notte d inverno….

“Ci sono giorni in cui ogni cosa che vedo mi sembra carica di significati: messaggi che mi sarebbe difficile comunicare ad altri, definire, tradurre in parole, ma che appunto perciò mi si presentano come decisivi. Sono annunci o presagi che riguardano me e il mondo insieme: e di me non gli avvenimenti esteriori dell’esistenza ma ciò che accade dentro, nel fondo; e del mondo non qualche fatto particolare ma il modo d’essere generale di tutto. Comprenderete dunque la mia difficoltà a parlarne, se non per accenni.”

ho scritto solo per me

e così ti crogioli nei tuoi pensieri confusi, nelle tue azioni confuse, nei tuoi scritti confusi come questo…

giri per casa cercando un appiglio anche uno solo, credi che un buon libro possa aiutarti, oppure ti riproponi di leggere quel manuale che hai comprato tanto tempo fa e che riposa in pace sul tuo comodino. e ti dici: “stavolta faccio davvero qualcosa di bello per me stessa”. Ma nulla poi non lo fai, perchè non sai neanche cosa vuoi da te stessa e così preferisci sfuggirti come hai sempre fatto.

e allora ci riprovi, scrivi, cerchi di buttare giù tutto quello che ti passa per la testa…ok, per un attimo senti che l’anima si placa…ma presto ricominci a guardare nel vuoto. ad un tratto pensi a quando andavi all’università e sognavi di fare la reporter e girare il mondo e ti chiedi come hai fatto a rinchiuderti in un buco di ufficio con altre tre persone. e ti chiedi ancora come mai a loro possa andar bene e allora pensi: la famiglia, il mutuo, i bambini, il matrimonio.  “stasera se non torno a casa ad un orario decente è la volta buona che la mia compagna mi lascia”, “devo correre a prendere il bambino dalla scuola di calcio”, “non riesco neanche più a fare l’amore con mia moglie perchè ho troppe cose da fare”…e ti dici come al solito, ma non ne sei poi così convinta, che il tuo unico problema è il fatto che non hai ancora trovato nessuno che possa aver pensato (almeno una cazzo di volta) che tu potessi essere quella giusta. così come sei, con le tue incertezze, con le tue stranezze, con le tue paure, con le tue crisi, con le emozioni che non riesci a controllare…

ancora tu

insonnia, tachicardia, nodi alla gola, mal di pancia, mal di testa, ansia, depressione, liti in famiglia, vaffanculo senza motivo, rossori incontrollati, sighiozzi, singhiozzi, singhiozzi e lacrime…anche oggi ne ho versate un paio…

ciò che vale davvero

verso lacrime inutili e così comprendo la mia stupidità. e mi accorgo che ho dedicato troppo tempo a cose futili. l’unica cosa che ci resta è l’amore. e penso a te, alla tua malattia, alla tua sfiga, alla tua sofferenza. e penso che ora sorridi perchè ti è rimasto solo l’amore.
piango lacrime inutili e mi accorgo della mia inettitudine. non sono forte, mi nascondo dietro i problemi, dietro le speranze, dietro le attese. attendo l’amore, e non mi accorgo che posso trovarlo in ogni attimo. mi sento sola ma continuo a dedicarmi solo a me stessa e non capisco che questa è l’origine della mia insoddisfazione. mi ripeto stupidamente che sono stanca, e non mi accorgo di perdere momenti. l’arte allevia i miei pensieri, ma anche questa è puro egoismo. dovrei iniziare a sentire, accarezzare, odorare, vedere, ciò che ho intorno. perchè ogni singolo movimento è una miniera, ogni singolo odore un tesoro, ogni singola visione un paradiso, ogni singolo rumore l’universo. dovremmo imparare ad amare ogni atomo della nostra vita. e piango e mi accorgo che le mie lacrime non sono poi così inutili.

un attimo

stranamente serena…è così che mi sento oggi…forse perchè nel mondo ci si influenza a vicenda, la gioia porta gioia o perlomeno tranquillità ed oggi so che è un giorno felice per qualcun’altro ed io ho imparato questo nei miei pochi incontri tra i miei amici buddisti.

oggi ho bevuto un pò. fino ad un’ora fa ero ancora brilla. da qualche mese ho ricominciato a bere, seriamente dico, e non lo faccio per sbronzarmi e dimenticare.

la serenità e la pace interioriore sono le cose che cerco da sempre. non credo di averle mai conquistate, sono stati attimi pochi e confusi ai quali spesso sono arrivata con l’alcool. molti mi definirebbero strana. certe volte non riesco a seguire i discorsi, certe volte non riesco a guardare negli occhi le persone che mi parlano, certe volte arrossisco senza motivo, certe volte mi nascondo. è una vita che provo a stare tranquilla ma mi viene male.

ed oggi, tra strani avvenimenti, incontri, discorsi mai approfonditi, e forti emozioni mi sento serena, ma in fondo oggi è solo un attimo e presto anche oggi passerà.

sulla felicità…

la felicità è ridere e scopare?

è questo ciò che mi sono chiesta oggi, ed ho risposto di sì…

il mio interlocutore non ha molto apprezzato e si è limitato a dire che sono una zoccola. io ci sono rimasta un pò male e mi sto chiedendo cosa ho detto di sbagliato…

smettere di ridere è stata la cosa più brutta che mi sia capitata…

ora rido di continuo. a volte in maniera esagerata. a volte senza un motivo reale.

lo so…sono ossessionata da questo argomento ma in fondo cos’è vivere se non essere felici?

sì è vero, mi direte che vivere significa anche soffrire e che soffrendo si impara ad essere felici. ed è proprio così che funziona.prima no…prima era diverso non ti chiedevi nemmeno cosa significasse essere felici, si viveva e basta.

io ero contenta di uscire con i miei genitori e mi rendeva felice un pacchetto di patatine fritte.

è esattamente questo la felicità? penso di sì.

la felicità è mangiare una fetta di torta su una terrazza meravigliosa in compagnia della persona più importante della tua vita.

periodo blues 2

periodo blues 1

le mie parole sono bloccate. ad una ad una le sento nella mia testa, si accavallano, cercano spazio spingendosi. vorrebbero prendere aria ma non possono, perchè sono tante e sono chiuse in un lugar piccolissimo.

le mie parole: mute, come parti della mia vita, della mia storia. le mie parole: poche ma, dolci, taglienti, insicure, tristi.

un pò mi mancano, le mie parole. una volta, un professore che stimo ancora mi scrisse su un quaderno: “con la speranza che questo fiume di parole si trasformi in un mare di pensiero”. voleva spronarmi a parlare meno in classe. ed eccomi qui…con tanti pensieri, ma poche parole.

chiusa, come uno scrigno dal contenuto sconosciuto, in attesa di un abile fabbro che costruisca e mi doni la chiave.

si ricomincia…con dolcezza…

sweetness to everybody

Yoga

Non si deve andare dietro al passato e non ci si deve volgere a speranze per l’avvenire.Il passato è andato, l’avvenire non è venuto ancora. Il saggio che vede con visione penetrante il presente qui e ora realizza ciò che non si può perdere e non può vacillare (Discorsi di lunghezza mediana, III, 187)